Vitamina K. Quando deve essere integrata?
La carenza di vitamina K va integrata dietro parere di uno specialista della salute. Medico e farmacista vi possono aiutare. Noi però vi elenchiamo una serie di casi che possono generare la necessità di un supplemento in più all’alimentazione.
- In persone anziane, soprattutto se in terapia con anticoagulanti.
- In donne con mestruazioni abbondanti e a rischio di anemia.
- Nei neonati, in cui la flora batterica intestinale non è ancora completamente formata, tale per cui la vitamina K non può essere ancora prodotta a sufficienza.
- In caso di terapia prolungata con antibiotici, che, alterando la flora batterica intestinale limitano, l’autoproduzione di vitamina K.
- In associazione con l’integrazione di vitamina D3.
La vitamina K assicura infatti una corretta funzionalità delle proteine indispensabili per il mantenimento e la formazione delle ossa. Ecco perché è importante associarla alla vitamina D3.La vitamina D3 aumenta l’assorbimento del calcio e la K, in particolare la K2, attiva un meccanismo fisiologico che richiama il calcio a livello osseo. Così facendo impedisce al calcio di restare libero nella circolazione sanguigna ed evita quindi che si depositi nelle arterie, formando le pericolose placche.Ecco perché Vitamina D3, vitamina K2 e CALCIO devono essere integrati con attenzione alle necessità del singolo caso. Se vuoi qualche notizia in più sull’integrazione siamo a tua disposizione per chiarire ogni dubbio.